A 36 anni, Angelo Peruzzi è ancora uno dei migliori portieri della Serie A Italiana, e, reduce dall’ennesima strepitosa annata con la maglia della Lazio, si prepara all’avventura del Mondiale di Germania come vice Buffon. Ma visto il periodo difficile che sta vivendo il numero 1 juventino, Peruzzi potrebbe trovarsi a difendere la porta italiana da titolare. Intanto, in un’intervista gentilmente concessa al Torwart.de, continua a ribadire che le gerarchie sono chiare, cona la consueta modestia e serenità.
torwart.de: Che emozione si prova a tornare in maglia azzurra, a 36 anni, per il Mondiale?
Peruzzi: Per me è importantissimo esserci. Non ci pensavo più alla Nazionale, ma ho sempre lavorato duro con <?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags" />la Lazio, e la mia costanza è stata premiata.
torwart.de: Ma considerando la condizione non eccellente di Buffon, sia fisica che mentale, a causa del lungo recupero dopo l’infortunio, oltre i problemi che sta attraversando in questo momento fuori dal campo, non spera in una maglia da titolare?
Peruzzi: Non scherziamo, Gianluigi Buffon è il migliore. Ma se dovesse servire il mio contributo, saprò farmi trovare pronto.
torwart.de: In Nazionale finora non ha raccolto molti successi, ma adesso le si presenta un’altra chance.
Peruzzi: In Nazionale non ho mai avuto tropa fortuna, ho esordito nel ’95, nel ’96 ero titolare in Inghilterra, ma il nostro fu un Europeo disastroso (non superammo la fase a gironi), e nel ’98 partivo titolare per il Mondiale in Francia ma mi infortunai. In altre occasioni sono stato solo il terzo portiere. Avere un’altra, probabilmente ultima, possibilità mi riempie di gioia.
torwart.de: Con i club ha avuto sorte migliore tuttavia…
Peruzzi: Decisamente. Nelle stagioni che ho passato alla Juventus ho vinto di tutto: Scudetti (3), Coppa Italia, Supercoppe Italiane (2), Coppa Uefa, Champions League, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale. Inoltre, un’altra Coppa Italia e Supercoppa Italiana con la Lazio.
torwart.de: La vittoria più bella qual è stata?
Peruzzi: Ogni vittoria dà emozioni diverse e ugualmente belle, la più importante probabilmente è stata la Champions League nel ’96, quando in finale a Roma battemmo l’Ajax ai rigori, e io ne parai due. Giocare quella partita nella città in cui sono cresciuto e diventato calciatore fu un’emozione indescrivibile.
torwart.de: Infatti, proprio con la maglia della Roma ha esordito in Serie A a 17 anni. Com’è stato l’inizio della sua carriera? Qual è stato il preparatore dei portieri che le ha insegnato di più?
Peruzzi: Credo che un grande portiere si formi già nel settore giovanile, e io, dai 13 ai 18 anni, nella Roma ho avuto come allenatore dei portieri Negrisolo, ed è grazie a lui che sono diventato un vero portiere. Un altro maestro per me è stato Ivano Bordon, ex-portiere di grande esperienza, negli anni della Juve, e ora parte dello staff tecnico della Nazionale. Ma l’inizio non è stato facile…
torwart.de: Si riferisce alla squalifica per doping?
Peruzzi: Quella arrivò nella stagione in cui la Roma puntava su di me. Avevo 20 anni e una gran voglia di giocare. Dopo poche giornate mi infortunai, un compagno di squadra mi consigliò un farmaco, non per migliorare le mie prestazioni, ma solo per evitare di infortunarmi di nuovo. Fu un errore stupido, che pagai con un anno di squalifica, ma che poteva costarmi la carriera. Successivamente invece mi volle alla Juventus, dove, prima con Trapattoni, poi con Lippi, trovai le condizioni per fare il salto di qualità definitivo.
torwart.de: A livello tecnico e caratteriale, quali sono qualità e difetti che si riconosce?
Peruzzi: Le mie qualità sono la forza di volontà, la costanza e la tenacia che metto tutti i giorni in allenamento, e la tranquillità e la sicurezza in partita. Oltre a queste, anche l’esperienza, vista l’età che ho raggiunto! Tecnicamente, mi ritengo completo e molto reattivo tra i pali e nelle uscite basse. Il fondamentale in cui posso concedere qualcosa probabilmente è l’uscita alta, a causa della mia statura.
torwart.de: A proposito della statura, ci vuole rivelare il suo soprannome?
Peruzzi: (Ridendo) Certo, i miei soprannomi più comuni sono due: “Cinghialone” e “Tyson”, come già sa, dovuti al mio fisico, un po’ anomalo per un portiere.
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